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Face to Face: quando l’abito si sintonizza con il vissuto personale

Che aspetto avrebbe la tua camicia se dovesse raccogliere in sé tutte le storie legate alla tua vita?
 
Se lo è immaginato Yuima Nakazato e ne ha fatto un vero e proprio esperimento Couture, chiamato Face to Face. Ritrovandosi confinato nel suo studio a Tokyo durante il lockdown, il giovane fashion designer giapponese ha voluto creare dei capi unici nel loro genere, servendosi dell’aiuto dei mezzi online per stabilire un dialogo a distanza con i suoi clienti. Venticinque dei suoi amici gli hanno così inviato delle camicie bianche con un proprio particolare valore emotivo. L’obiettivo? Poter ri-immaginare e ri-progettare ciascuna camicia, sulla base del vissuto di ogni persona, da riconsegnare in un secondo momento al rispettivo proprietario in veste nuova, come se si trattasse di un capo completamente nuovo.
Se i capi su misura generalmente richiedono l’incontro fisico con il cliente per la presa delle misure e la comunicazione dei desideri personali, il problema è stato risparmiato in questo progetto, essendo partiti da una camicia di proprietà del cliente -che quindi calza già a pennello- rispettando una vestibilità pienamente soddisfacente nel nuovo capo.
 
Il caratteristico estro creativo di Nakazato dal sapore futuristico viene smussato, per concentrarsi su capi più basici -camicie, per l’appunto- ma non per questo meno complessi. La sua maestria sartoriale si sbizzarrisce nei minimi dettagli, nelle aggiunte di parti in lino bianco, profili contrastanti, ricami e bruschi tagli, e ancora, drappeggi, inserti in maglia e rouches: insomma, ogni tipo di elemento personalmente desiderato dal cliente, che ha dato come risultato dei capi di un bianco immacolato, dalla perfezione invidiabile.
 
Un risultato senz’altro apprezzato dai clienti, ma anche dallo stesso Nakazato, che dice di essersi ispirato in un nuovo modo di concepire la moda. In attesa di ulteriori aggiornamenti sul suo prossimo progetto, il designer spera di “contribuire nel creare armonia in un futuro in cui l’essere umano e il capo d’abbigliamento, la nostra società e l’ambiente possano trovare un perfetto equilibrio”, secondo quanto affermato nel comunicato stampa.
Cosa da considerarsi già fatta, in uno dei modi più semplici, interessanti ed efficienti di far moda, tramite un profondo ascolto del cliente, e una sincronizzazione tra l’abito e il vissuto più intimo di chi lo indosserà.
 
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