Un outfit dalla sfilata Autunno-Inverno 2020 di Michael Kors a New York

Da Dior a Gucci a Michael Kors: le diverse direzioni

Saranno anche passati pochi mesi da quando è cominciata l’epidemia da Covid-19; ma sono stati mesi di impatto abbastanza rilevante da vedere il sistema della moda uscirne profondamente mutato. E’ il dopo, il domani della catastrofe ad essere particolarmente in confusione: il lockdown nel mondo della moda ha spinto i designer a fare un passo indietro e a pensare a quale direzione prendere.
Il futuro della sfilata fisica è, da un pò di tempo oramai, al centro di dibattiti contrastanti, essendo il più rilevante punto di incontro, nonché l’evento nodale attorno a cui gravita la produzione frenetica della moda.
Inoltre, la nuova esperienza degli show e dei contenuti virtuali – come quelli visti alla London e Shanghai Fashion Week – si sta imponendo come alternativa (discutibile) alle sfilate fisiche nell’era del distanziamento sociale.
 
Al momento, la moda internazionale si trova internamente divisa tra diverse tendenza. Da una parte, c’è chi vorrebbe mantenere le proprie abitudini consolidate nei decenni, e continuare l’attività come prima del Coronavirus; d’altra parte, ci sono quei brand che vedono nell’epidemia l’occasione giusta per entrare in una nuova era in termini di creazione di moda, e smantellare il calendario esistente intraprendendo percorsi indipendenti.
 
La sfilata Cruise 2021 di Dior è stata confermata a Lecce, in Puglia, il 22 luglio. Fissandola originariamente il 9 maggio 2020 con un pubblico internazionale, il CEO della casa di moda francese sotto l’egida di LVMH, Pietro Beccari, ha orgogliosamente espresso in una conferenza stampa online la sua intenzione di mantenere la sua promessa riguardo la Cruise, che è stata solamente rimandata – non cancellata – per forza maggiore.
Nessuna audience, per la precisione: potranno essere presenti solo gli addetti ai lavori coinvolti nella messa in scena della sfilata, ma sarà trasmessa in diretta streaming online e aperta a tutti. L’evento sarà di supporto all’economia locale e, ovviamente, allo sviluppo e alla promozione dell’artigianalità locale per un contesto globale, permettendo una perfetta sintesi tra Dior e la ricchezza del saper fare pugliese.
Per noi la moda è anche emozione e niente è più emozionale di un fashion show“, dice Beccari. “Riprendere il progetto è fondamentale per dare un segnale di speranza a tutto il mondo e indicare una ragione per la rinascita, la decisione di presentare la collezione è un’auspicio per il futuro e una rappresentazione dell’ottimismo.
 
Beccari non è certamente l’unico a pensarla in questo modo: le sfilate fisiche hanno un impatto forte abbastanza per cui valga la pena il rischio nonostante l’incertezza del momento, tanto da non poter essere sostituita alla pari con nessun’altra esperienza virtuale.
 
Oggi la gente chiede lo show virtuale, ma la moda riguarda l’esperienza… Abbiamo visto la vita attraverso lo schermo: piatta. Nessun sapore, nessun odore, nessuna emozione. Gli schermi, insisto, non hanno alcuna emozione“, afferma Thierry Dreyfus, fondatore di Eyesight con Comme des Garçons e Off-White.
 
Non credo che le sfilate debbano cessare, ma hanno bisogno di essere ripensate per il mondo attuale“, ha affermato invece Riccardo Tisci, che conferma la sua sfilata di Burberry il 17 Settembre in una location all’aria aperta che verrà trasmessa digitalmente in streaming. “Non c’è nulla come l’esperienza di essere a un fashion show, l’energia nella sala, l’aspettativa, l’eccitazione; è qualcosa di bello che non vorrei si perdesse. Però dobbiamo riconoscere che il mondo sta cambiando e dobbiamo adattare e ridefinire la nostra visione attraverso nuove forme d’espressione. Per me sarà sempre importante mantenere una fisicità con la moda, essere in grado di vedere e capire la texture e i movimenti degli abiti, ma attraverso nuove modalità.
 
Seguendo la stessa scia, Fendi ha confermato la sua sfilata fisica a Settembre nel suo quartier generale, e, come già sappiamo, lo stesso ha fatto la casa di moda francese Chanel: il presidente delle attività di moda di quest’ultima, Bruno Pavlovsky, ha di recente affermato di non avere alcuna intenzione di rallentare i tempi e di essere perfettamente a suo agio con le scadenze e i ritmi del calendario tradizionale della moda; il che sigifica che Chanel continuerà a tenere le sue 6 sfilate annuali. Questo permetterebbe alla maison di godere della libertà creativa di esprimersi in ogni momento e di mantenere una comunicazione regolare con i clienti.
 
Un cambiamento è invece sperato da molti altri designers sparsi per il globo. I dubbi aumentano riguardo il ruolo effettivo dei fashion designers e la loro partecipazione alle fashion week internazionali.
Raccogliendo la raccomandazione che il Council of Fashion Designers of America e il British Fashion Council hanno rivolto ai designers di tutto il mondo di concentrarsi su due main collections annuali, Alessandro Michele ha confermato la sua decisione di ridurre le sfilate di Gucci da 5 a 2 all’anno.
Schierandosi contro il fare “furioso”, senza fiato, e rifuggendo le scadenze, il direttore creativo della casa di moda fiorentina dice di essere pronto a rallentare i ritmi a favore di una maggiore espressione personale. Sfilate dal formato co-ed si terranno in autunno e in primavera, tuttavia, uno show settembrino è al momento fuori questione. Un pubblico in diretta è ancora un fatto incerto, che dipenderà dalle misure del governo in vigore riguardo agli assembramenti. Per quanto riguarda la sfilata del 17 luglio, invece, – in calendario nella Milan Fashion Digital Week -, essa fungerà da “epilogo” per le attività della maison fatte alla vecchia maniera.
 
Michael Kors ha dichiarato di voler abbandonare la New York Fashion Week di Settembre, e che la sua sfilata si terrà fuori calendario tra metà Ottobre e metà Novembre, in un tentativo di adottare un approccio più semplice nel campo delle vendite. La sua decisione si allinea con la tendenza adottata dai suoi colleghi europei, Giorgio Armani in primis – che è stato uno dei primi ad optare per una moda più lenta, seguito da Saint Laurent, che ha deciso di abbandonare il calendario 2020.
Per molto tempo ho pensato che il calendario della moda dovesse cambiare“, ha spiegato Michael Kors in una dichiarazione rilasciata da WWD. “E’ emozionante per me vedere il dialogo aperto all’interno della comunità della moda sul calendario – da Giorgio Armani a Dries Van Noten a Gucci a Saint Laurent a molti buyer da tutto il mondo – sui modi in cui possiamo rallentare il processo e migliorare il modo in cui lavoriamo. Tutti abbiamo avuto il tempo di riflettere e analizzare le cose, e penso che molti concordino sul fatto che è tempo di un nuovo approccio per una nuova era.

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